TESINA

sofiaborraccino000
  • La mia passione per la danza è nata tra i petali di un fiore all'età di 4 anni quando per la prima volta sono salita su un palcoscenico. Ero un piccola campanella del giardino di un castello fatato. Vedere tutte quelle persone che mi guardavano metteva paura ma nello stesso tempo ero entusiasta di ballare, e, di mostrare a tutti il mio tutu. Inizialmente era un gioco, un passatempo, un modo per stare insieme ad altre amiche. A danza mi divertivo, poi, adoravo indossare quelle scarpette cosi buffe. Con il trascorrere degli anni intuivo che la mia passione cresceva, che, non era più un gioco o un passatempo, la musica mi faceva sognare, liberare da ogni pensiero e, danzare, danzare soltanto. Ancora oggi a 13 anni dall’inizio della mia passione mi emoziona, mi da gioia e tanta felicità. Salire su palcoscenico e danzare per gli altri, ma soprattutto per me stessa è qualcosa di unico e inspiegabile. È difficile da descrivere, solo una persona che lo prova può capirlo. Perché la danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non si riesce a descrivere a parole. In ogni saggio, in ogni spettacolo è come se si ripetesse la magia del primo balletto; ritornare a 4 anni, con quel tutù che mi faceva sentire una principessa, i preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, sono tesissimi. In quei pochi istanti la mente è in tilt, i mesi di lavoro, le ultime prove sembrano essersi volatilizzate, la salivazione si ferma, le gambe tremano, la paura aumenta, il cuore batte, batte all'impazzata, penso che non devo deludere chi mi sta guardando, la mia insegnante, me stessa. Ecco, le luci si spengono. Ultimo respiro profondo, si entra. Ed ora tutto è passato, il mio corpo, è trasportato dalle note dalla melodia, penso ai passi successivi, e a trasmettere quella che è la mia passione, sempre con un sorriso ed un portamento impeccabile. Le ultime note. silenzio. le luci calano. scroscio di applausi. Che bello. Si sorride ancora, forse il sorriso più vero, un sorriso di soddisfazione perché ce l'ho fatta, un sorriso un po' amaro perché tutto il lavoro è o quasi terminato in poche ore. Prove su prove, le ultime dove i passi, quei maledetti passi, vengono provati e riprovati fino allo sfinimento.
''Io e la danza''
"La danza è una poesia." 
''L'emozione della danza.''
Sofia Borraccino
Tesina 2020/2021
''Il mio sogno''
''La danza è ricchezza, conservala. La danza è un mistero, scoprilo. La danza è felicità, assaporala. La danza è amore, vivilo. La danza è un sogno: FANNE LA REALTÀ.''
  • La mia passione per la danza è nata tra i petali di un fiore all'età di 4 anni quando per la prima volta sono salita su un palcoscenico. Ero un piccola campanella del giardino di un castello fatato. Vedere tutte quelle persone che mi guardavano metteva paura ma nello stesso tempo ero entusiasta di ballare, e, di mostrare a tutti il mio tutu. Inizialmente era un gioco, un passatempo, un modo per stare insieme ad altre amiche. A danza mi divertivo, poi, adoravo indossare quelle scarpette cosi buffe. Con il trascorrere degli anni ho intuito che la mia passione cresceva, che, non era più un gioco o un passatempo, la musica mi faceva sognare, liberare da ogni pensiero e, danzare, danzare soltanto. Ancora oggi a 13 anni dall’inizio della mia passione mi emoziona, mi da gioia e tanta felicità. Salire su palcoscenico e danzare per gli altri, ma soprattutto per me stessa è qualcosa di unico e inspiegabile. È difficile da descrivere, solo una persona che lo prova può capirlo. Perché la danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non si riesce a descrivere a parole. In ogni saggio, in ogni spettacolo è come se si ripetesse la magia del primo balletto; ritornare a 4 anni, con quel tutù che mi faceva sentire una principessa, i preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, sono tesissimi. In quei pochi istanti la mente è in tilt, i mesi di lavoro, le ultime prove sembrano essersi volatilizzate, la salivazione si ferma, le gambe tremano, la paura aumenta, il cuore batte, batte all'impazzata, penso che non devo deludere chi mi sta guardando, la mia insegnante, me stessa. Ecco, le luci si spengono. Ultimo respiro profondo, si entra. Ed ora tutto è passato, il mio corpo, è trasportato dalle note della melodia, penso ai passi successivi, e a trasmettere 


''Io e la danza''
 quella che è la mia passione, sempre con un sorriso ed un portamento impeccabile. Le ultime note. Silenzio. Le luci calano. Scroscio di applausi. Che bello. Si sorride ancora, forse il sorriso più vero, un sorriso di soddisfazione perché ce l'ho fatta, un sorriso un po' amaro perché tutto il lavoro è o quasi terminato in poche ore. Prove su prove, le ultime dove i passi, quei maledetti passi, vengono provati e riprovati fino allo sfinimento.
In quei giorni il clima è teso, tutti noi protagonisti siamo elettrizzati, la mente pensa solo li, l'adrenalina è alle stelle, ognuno ha il suo modo per scaricare la tensione, chi si riscalda, chi non sta fermo un secondo, chi ripassa, chi fa gli scongiuri, chi batte i piedi chi è impazzito! Ma, come tutte le cose belle finiscono in fretta e, una volta terminato occorrà pazienza ed aspettare il successivo spettacolo... Il grande sogno di ogni ballerina, da quando comincia a muovere i primi passi è quello di indossare le fatidiche scarpette di raso da punta. Quanto anch'io le ho sognate... ma... sin dal primo giorno che le ho provate ho capito che avrei dovuto soffrire. Bolle, sangue, scarpette nuove o finite, non importa, si stringono i denti, si mostra un sorriso e, si continuano gli esercizi. La prima cosa che si impara è a camminare, un passo dopo l'altro, testa alta, peso in avanti, addominali tirati, mani sui fianchi...Questo è l'inizio della tortura! Una vera e propria tortura perché più gli anni passano più gli esercizi sono impegnativi, difficili, più il dolore aumenta ma, si deve mostrare soltanto la grazia, la coreografia con un sorriso stampato, come se il corpo fosse leggero come una piuma e, nulla facesse male. 
 mie forze sono riuscita a realizzare un sogno, un sogno che non tutti riescono a coronare perché come in tutte le cose oltre ad avere costanza la danza deve essere portata nel cuore. Essa deve essere coltivata e mai trascurata. O la si ama o le si è indifferenti...
 Ogni tanto mi domando ma, chi me l'ha fatto fare? E allora penso a come quelle scarpette mi fanno volare, a quanto è bello indossarle, mi fanno sentire realizzata e, anche se ho paura di non riuscire a diventar una ballerina professionista, con le mie forze sogno di riuscirci, di realizzare un sogno, un sogno che non tutti riescono a coronare perché come in tutte le cose oltre ad avere costanza la danza deve essere portata nel cuore. Essa deve essere coltivata e mai trascurata. 








 ''O la 
si ama, o le 
si è
indifferenti.''
''La danza è 
     come poesia.''

''L'origine del sogno''
La danza ha origini antichissime, ma l'importanza di essa inizia a sentirsi quando le persone di una certa epoca iniziano a sentire  la necessità  di doversi svagare, andando per esempio a teatro per vedere un balletto... Sto parlando della Belle èpoque...Tra il 1870 e il 1914, i principali Paesi europei industrializzati, pur essendo divisi da forti rivalità, non si combatterono apertamente tra loro e i conflitti in cui furono coinvolti si svolsero lontano dal suolo europeo. Per questo motivo, il periodo fu chiamato Belle époque, cioè "bella epoca". In questo contesto si diffuse un clima di ottimismo, alimentato anche dal fatto che le grandi scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche dell'epoca riguardarono non soltanto le fasce più ricche della popolazione, ma anche la piccola borghesia e in certi casi perfino gli operai e i contadini. Chi un tempo era costretto a limitarsi ai beni di prima necessità, ora scopriva nuovi bisogni e interessi: la politica, la cultura, le attività legate al tempo libero. Si delineò, un nuovo e immenso mercato, fatto di milioni di persone che non si limitavano più ad acquistare solo beni primari ma cominciavano a diventare "consumatori", cioè a comprare beni non indispensabili: nasceva la società di massa. La formazione di una massa di consumatori modificò radicalmente anche le tecniche commerciali. 
Per i più ricchi, esistevano da tempo negozi specializzati che vendevano prodotti a prezzi elevati., per le masse, invece, comparvero sia in Europa sia negli Stati Uniti i grandi magazzini, dove si trattava generalmente di merce prodotta in serie, di media qualità, ma venduta a prezzi popolari e accessibili. Il mercato si riempì di prodotti realizzati, in molti casi, da numerose ditte. Nacquero quindi nuove necessità per i produttori: innanzitutto, si doveva far sapere alle masse che esisteva un determinato prodotto; in secondo luogo, bisognava convincerle di averne bisogno; infine, occorreva dimostrare che le merci della propria azienda erano decisamente migliori di quelle dei concorrenti. È proprio in questi anni che inizia a prendere forma quella che in seguito verrà chiamata "teoria del marketing", cioè l'insieme delle tecniche che consentono di presentare e vendere al meglio i prodotti. Lo strumento più efficace per raggiungere questo obiettivo era naturalmente la pubblicitá, la quale fu favorita dalla diffusione della lettura e dei giornali. Una delle grandi rivoluzioni della Belle êpoque fu la diffusione del cosiddetto "tempo libero". Grazie alla meccanizzazione della produzione e alle lotte per la limitazione dell'orario di lavoro, milioni di persone iniziarono a dedicarsi ad attività ricreative e svaghi al di fuori della propria professione. Nel 1894 due fratelli francesi, Auguste e Louis Lumière, inventarono il cinematografo.1 In breve tempo si diffuse l'abitudine di andare al cinema a vedere i film. All'inizio del XX secolo comparvero il grammofono, uno strumento che permetteva di ascoltare la musica direttamente in casa propria, la radio e il telefono. Cominciò a diffondersi l'elettricità nelle case e anche l'acqua corrente fu disponibile nelle abitazioni. A favorire la diffusione e l'utilizzo dell'acqua nelle case fu il miglioramento degli acquedotti, e la potabilizzazione dell'acqua. Un altro fenomeno che trasformò il tempo libero delle persone fu lo sport. Nel 1896 si svolse la prima edizione dei Giochi olimpici moderni, per 
La Belle èpoque

 volere del barone francese De Coubertin: egli ebbe l'idea di replicare le Olimpiadi che nell'antica Grecia si svolgevano ogni quattro anni e che erano occasione di convivenza pacifica tra città sempre in guerra tra loro. Per questo motivo la sede della prima edizione fu proprio Atene. A quest'epoca risale poi la nascita dei campionati di calcio e delle grandi corse automobilistiche e ciclistiche: nel 1903 si svolse la prima edizione del Tour de France, nel 1909 quella del Giro d'Italia.
''Ci sono delle scorciatoie per la felicità...           la danza è una di queste.''
Alla fine del secolo, impiegati e operai cominciarono ottenere orari di lavoro più corti e periodi di ferie, ci si accorse che esisteva un tempo libero che si poteva occupare in qualche modo: andando al cinema, seguendo un avvenimento sportivo, leggendo un libro, ascoltando musica.  La crescente disponibilità di tempo e l'invenzione dei nuovi mezzi di comunicazione contribuirono alla sviluppo di un nuovo settore produttivo: l'industria culturale. Dalla fine del XIX secolo opere d'arte come romanzi e composizioni musicali, risultato dell'attività creativa dei singoli artisti, divennero "I beni culturali", cioè merci di tipo culturale che potevano essere riprodotte e vendute in grandi quantità grazie a un'organizzazione della produzione e del commercio di tipo industriale. Anche il cinema con l'editoria, ovvero la produzione di libri e giornali, furono prodotti di tipi industriali.

L'arte nella danza''
Edgar Degas e le sue ballerine
L'editoria, in particolare, produsse giornali, quotidiani e periodici rivolti a un pubblico di massa; in Italia nacquero il ''Corriere della Sera, ''La Stampa'' e ''La Gazzetta dello Sport''.
Hilaire Germain Edgar Degas è stato un pittore e scultore francese considerato appartenente agli impressionisti, è celebre per i suoi dipinti a pastello e ad olio. Degas viene solitamente identificato con il tema della danza, in quanto più della metà delle sue opere raffigurano ballerini. Pur inserendosi tra gli impressionisti, Degas se ne staccò per molti aspetti, esaltando l'importanza, insieme al colore , delle linee e dei segni. Fu anche poco interessato alla natura e ai paesaggi, e preferiva dipingere a memoria, liberandosi da quella che lui stesso definiva ''la tirannia della natura''. Degas amava molto la musica, la danza e il teatro; spesso si recava al Teatro dell'Accademia imperiale di musica sede del Balletto dell'Opera di Parigi, dove venivano rappresentati i più moderni capolavori. Raffigurò l'atmosfera degli spettacoli ai quali assistette in un celebre quadro, intitolato L'orchestra dell'Opera. La zona dell'orchestra, in penombra, contrasta con la luminosità del palco, dove le macchie rosa e azzurre dei tutù delle ballerine sono quanto di più ''impressionista'' abbia dipinto Degas. Le ballerine sono uno dei soggetti preferiti di Degas, che dedicò loro molti quadri caratterizzati da affetto e comprensione. Egli sapeva bene che, dietro al fascino delle luci e della danza, ci sono infatti tanti anni di sacrifici, trascorsi a scuola a studiare e imparare, come mostra Prova di balletto con scala a chiocciola. E molte altre opere...
''Prova di balletto con scala a chiocciola''
''L'Etoile''
''L'orchestra dell' Opera''
''La scuola di danza''

"La performance tecnica è nulla in sé, la danza inizia quando si mette l’anima.''
''L'Opera de Paris''
Le monde du ballet
Fondée en 1713 par Louis XIV, l'école est aujourd'hui considérée comme la meilleure au monde. Le fondateur de l'école de danse de l'Opéra national de Paris est Louis XIV. Louis XIV promulgue le 16 juillet 1713 le décret qui crée officiellement le « Conservatoire de danse », réservé aux danseurs de l’Académie royale de Musique. L'École est d'abord située rue Saint-Nicaise, puis au sein du palais Garnier. En 1983, Claude Bessy reçoit le soutien de Jack Lang, alors Ministre de la Culture, pour la construction d'un bâtiment indépendant pour l’École. A l'issue d'un concours d'architecture organisé en 1983, Christian de Portzamparc se voit confier le projet. L'École déménage en 1987 dans ce nouvel édifice situé à Nanterre, près du parc André-Malraux. Traditionnellement, les élèves sont répartis en six divisions. Ces divisions représentent l'avancement des études. Un élève débute ainsi sa première année dans la 6e division et termine sa formation en 1re division. La sélection est très rigoureuse. Les critères de l'examen physique exigent que la taille et le poids des candidats varient chacun entre deux valeurs déterminées. L'élève sélectionné est ensuite soumis en permanence à différentes évaluations. Chaque division se solde par un concours annuel qui se déroule à la fin de l'année scolaire en mai. L'échec n'est pas synonyme de redoublement mais de renvoi. Enfin, au terme de leurs études, les élèves voient leur apprentissage sanctionné par le concours d'entrée dans le corps de ballet. Les meilleurs d'entre eux intègrent le ballet de l’Opéra national de Paris en tant que quadrilles stagiaires. En cas d'échec à cet examen final, un redoublement est autorisé uniquement lorsque l'élève concerné est âgé de moins de 18 ans. Les lauréats de première division reçoivent le Diplôme National Supérieur Professionnel de Danseur.

''La  danza che ispira la poesia''
Eugenio Montale-Carla Fracci



Carla Fracci, è universalmente considerata come una delle più grandi ballerine del '900. Nel 1981 il New York Times la definì prima ballerina assoluta.

Ma qual è il collegamento che ha la danza, Carla Fracci, con la poesia?
Questo è proprio una poesia scritta da Ugenio Montale, uno  tra i massimi poeti italiani del Novecento,  che fissò i termini di una poetica del negativo in cui il "male di vivere" si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio, che venne scritta per Carla Fracci, per la quale provò subito un forte sentimento di ammirazione, quando era critico musicale per il Corriere della Sera e frequentava la Scala di Milano per recensire opere e balletti. Famose a tal riguardo sono alcune delle sue recensioni di danza raccolte nel volume "Prime alla Scala". Montale, in quegli anni, era già un poeta affermato (la pubblicazione di Ossi di Seppia risale a ben 30 anni prima) e la frequentazione assidua della Scala gli permise di assistere ai progressi di Carla Fracci prima come ballerina di fila e poi come protagonista della scena internazionale, stringendo con lei un legame di intensa amicizia e assidua frequentazione. La Danzatrice Stanca è stata scritta nel 1969, quando la Fracci era incinta e lontana dalle scene per la maternità, e fu poi inserita nella raccolta "Diario del 71 e del 72". La ballerina viene descritta dal poeta come figura leggerissima, quasi eterea, che torna a 


ballare dopo essere diventata mamma (poi potrai rimettere le ali). All'inizio la presenta quasi come un'ammalata (si parla della rifioritura d'una convalescente) che si sta ristabilendo, ma non è che Montale voglia denigrare la maternità.... anzi! Il poeta vuole sottolineare che la donna, appena sarà di nuovo in forma ( a te bastanoi piedi sulla bilancia per misurare i pochi milligrammi che i già defunti turni stagionali non seppero sottrarti) e tornerà a ballare, non sarà più una creatura celeste (per aver dato alla luce un figlio) bensì terrestre, eppure sempre speciale perché tutti si accorgeranno che è tornata visto che, senza di lei, i balletti sembrano sfilate di morti (nivei dèfilès di morte).

''La danza raccontata 
       da un poeta''
Eugenio Montale
            La danzatrice stanca 
 Torna a fiorir la rosa che pur dianzi languia... dianzi? Vuol dire dapprima, poco fa. e quando mai può dirsi per stagioni che s'incastrano l'una nell'altra, amorfe? ma si parla della rifioritura d'una convalescente, di una guancia meno pallente ove non sia muffito l'aggettivo, del più vivido accendersi dell'occhio, anzi del guardo. è questo il solo fiore che rimane con qualche merto d'un tuo dulcamara. a te bastano i piedi sulla bilancia per misurare i pochi milligrammi che i già defunti turni stagionali non seppero sottrarti. Poi potrai rimettere le ali non più nubecola celeste ma terrestre e non è detto che il cielo se ne accorga.basta che uno stupisca che il tuo fiore si rincarna si meraviglia. non è di tutti i giorni in questi nivei défilés di morte.
"Può darsi che non sarai mai felice. Perciò non ti resta che danzare, danzare così bene             da lasciare tutti a bocca aperta."

''Un paese senza cultura e arte, senza i mezzi per fare cultura e arte, è un paese che non si rinnova, che si ferma e non ha accesso a ciò che succede in paesi più importanti, negandosi così ad un futuro vero, autentico e soprattutto libero.''
               Parafrasi 
Torna a fiorire la rosa che prima sembrava un po' appassita. Dianzi? vuol dire prima, poco fa. Ma si può usare la parola "poco fa" per periodi tutti uguali, amorfi, che si susseguono monotoni? lo sto parlando del rifiorire di una convalescente, di una guancia un po'più colorita, un po' meno pallida, se posso usare una parola vecchia e che sa di muffa, di un occhio più vispo e vivace, anzi di uno sguardo più acceso. E'questo il solo fiore che resta, grazie a un tuo elisir d'amore (Dulcamara è una specie di stregone che compare nell'opera di Donizzetti "Elisir d'amore") A te basta salire sulla bilancia per renderti conto di essere tornata in forma, sottile e leggera come quando danzavi Poi potrai ricominciare a volare non più come una nuvola del cielo, ma come una creatura terrestre e non è detto che il cielo non se ne accorga. Basta che qualcuno si stupisca del fatto che il tuo fiore sboccia di nuovo, si riapre. Non è una cosa da poco in questo periodo cui i balletti sembrano sfilate di morte.

''La danza come sport''
Le capacità coordinative
La danza è caratterizzata da un grande sviluppo delle capacità coordinative, cioè capacità che contraddistinguono i nostri movimenti e che quindi li controllano, e che rendono un soggetto più o meno capace di esercitare con successo determinate attività motorie. Esse inoltre sono alla base del controllo del movimento utilizzano degli analizzatori sensoriali, cinestetici, percettivi. Queste tipo di capacità però, sono legate ad altre, allo sviluppo di queste è collegato lo sviluppo delle: 
Capacità di orientamento spazio temporale: è la capacità di determinare e variare la posizione ed i movimenti del corpo in relazione allo spazio, al tempo e rispetto ad un campo d’azione definito o con oggetti che si muovono; 
Capacità di ritmizzazione (o ritmo): è la capacità di intuire un ritmo imposto dall’esterno e di riprodurlo nei propri movimenti o la capacità di riprodurre un ritmo frutto della propria immaginazione o memoria; 
Capacità di reazione agli stimoli: è la capacità di iniziare ad eseguire rapidamente gesti motori in relazione ad un segnale imposto dall’esterno; 
Capacità di equilibrio: è la capacità di mantenere il proprio corpo in condizioni di equilibrio o di 


Capacità di abbinamento dei movimenti: è la capacità di coordinare opportunamente tra loro segmenti corporei, movimenti isolati o singole fasi del movimento; 
 • Capacità di adattamento e trasformazione: è la capacità di un individuo di adattare e modificare la propria azione motoria in seguito a cambiamenti esterni o interni non preventivati; 
 • Capacità di differenzazione della forza: è la capacità di modulare singole o più fasi del movimento in relazione alla riuscita dell’azione motoria e secondo la massima economia del movimento.
ripristinarlo successivamente a degli spostamenti/input diversi, che è la capacità più utilizzata nella danza in quanto molti passi di essa, direi la maggior parte, hanno bisogno di un determinato equilibrio e di ritrovarlo per esempio dopo aver svolto una pirouette, un retirè o un salto...

''L'equilibrio fondamentale''
Il cervelletto
...La capacità di equilibrio è la capacità di mantenere il proprio corpo in condizioni di equilibrio o di ripristinarlo successivamente a degli spostamenti/input diversi...

L'equilibrio è la capacità più importante del danzatore e scientificamente si spiega così:

esso è controllato dal cervelletto, situato nella zona posteriore cranica , che presenta la sostanza grigia all'esterno e quella bianca all'interno; la sostanza grigia si ramifica in quella bianca proprio come i rami di un albero, l'albero della vita.

Non controlla solo il nostro equilibrio, ma il suo compito è anche quello di controllare e coordinare l'azione delle arie motorie, ma ha anche dei compiti cognitivi, in particolare il linguaggio.

Ma in che modo controlla L'equilibrio?

Esso riceve le informazioni dall'orecchio, il quale è formato da recettori che ci permettono di capire la nostra posizione nello spazio, le prende, le elabora, e infine regola le  attività dei neuroni motori, che effettuano sul muscolo l'azione desiderata provocando 












una reazione a un'azione, in modo da metterci nella posizione corretta. Inoltre il cervelletto potrebbe subire dei traumi, che causerebbero dei problemi all'organismo: non riuscirebbe più a camminare con una corretta postura quindi non manterrebbe più l'equilibrio, infatti proprio per questo quando l'organismo inizia ad avere i primi sintomi si controlla in primo luogo l'orecchio per vedere se i recettori contenuti all'interno sono infiammati, e non riuscirebbe a stabilire la propria posizione nello spazio.
''La danza classica è un delicato equilibrio tra la perfezione e la bellezza.''

Classical dance is not the only dance art develop in 900s, it is the basis of every style,  and there are also others type of representation, it is the Musical.

The musical is a type of theatrical and cinematographic representation, born and developed in the United States of America between the nineteenth and twentieth centuries.

It mainly includes music, ballet, dance, theater and dramatic works.


''Not just ballet''
Musicals
''Musicals of Broadway''
The Musical's world
The most important musicals are those of Broadway: the Broadway theater is the largest concentration of English and other theaters from all over the world. It is one of New York's popular attractions. Important titles concerning theatrical musicals of the 900 are: Sally, Lady be Good, Show Boat, Anything Goes, Pal Joey, Oklahoma, Annie Get Your Gun, Kiss, me, Kate, Guys and Dolls, My Fair Lady… But the integration of dance into the plot of a show was a long process, which began in the early decades of the twentieth century and which, among its developments, also led to the birth of the director-choreographer. On 21 October 1907 at the New Amsterdam Theater, Franz Léhar's operetta, The Merry Widow, reached Broadway. From the point of view of dance, it marks the real arrival of ballroom dances, such as the waltz, in the world of American theater. This event leads to Broadway productions and shows employing the likes of Vernon and Irene Castle, and later Fred and Adele Astaire, kicking off a process of stylistic mingling that sees traditional European dance mingle with the steps of tap dance, jazz dance, and vernacular dance. But who has brought jazz the most to Broadway is Jake Cole, director-choreographer...

''Il Jazz come danza''
Cosa è il jazz:
Il jazz è un genere musicale nato agli inizi del XX secolo come evoluzione di forme musicali già utilizzate dagli schiavi afroamericani. Inizialmente aveva la forma di canzoni di lavoro nelle piantagioni e durante la costruzione di ferrovie e strade negli Stati Uniti e serviva a ritmare e coordinare i movimenti.














La musica Jazz poi, ha iniziato ad accompagnare anche la danza, creando dei veri e propri stili:





''La danza Jazz''
La storia delle danze jazz e le loro origini nascono nel Nord America in concomitanza con lo sviluppo dell’omonima musica. Purtroppo, fin dagli albori, i governi americani non avevano grande simpatia per queste forme di danza primitive che animavano gli schiavi nelle piantagioni di cotone: tuttavia, le classi più povere non hanno mai smesso di ballare e cantare a loro modo, dando la possibilità a questa cultura di non morire sul nascere. Prima che si sviluppassero e si codificassero i balli che conosciamo tutt’oggi, comunque, le danze jazz erano perlopiù di stampo tribale. le danze arrivavano direttamente all’Africa – terra di origine degli schiavi neri – ed avevano origini animali, in quanto se ne imitavano selvaggiamente le movenze. Col passare degli anni, questi balli si sono evoluti e trasformati. Alcuni sono rimasti strettamente sociali; altri ancora, come abbiamo detto in apertura, sono delle coreografie che si possono ballare anche in solitaria. Ciò che non è cambiato è l’attitudine: sempre selvaggia e scatenata. Il “solo jazz” e le sue caratteristiche fondamentali si è unito alla danza diventando dei balli sociali come il charleston, il lindy hop, il balboa e quant’altro. Allo stesso tempo si è sviluppata una corrente di ballo che non necessita di un partner; il cosiddetto solo jazz può essere coreografato oppure totalmente improvvisato, come la musica jazz stessa. In ogni caso, l’utilizzo delle gambe è fondamentale: il segreto si nasconde nel saper muovere gli arti inferiori in maniera scatenata e al contempo armoniosa, lasciando ferma la parte superiore del corpo. Il senso del ritmo è cruciale. Il principio è sempre lo stesso alla base del jazz: libertà e improvvisazione senza confini, pura emotività trasposta in movimento.

''La danza Jazz''
FOXTROT
SWING
TAP DANCE
SHIMMY
  • ''La  danza nel mondo''
La danza, una tradizione
Viaggiare ed esplorare il mondo porta a conoscere non solo dei posti meravigliosi, ma anche una serie di usi e costumi locali che talvolta sono molto diversi dai nostri. Tra le tradizioni di un popolo non può di certo mancare la musica che, con il suo ritmo, da sempre coinvolge le persone in vere e proprie danze che si sono tramandante negli anni fino a diventare patrimonio culturale dei popoli. La danza accomuna, rende partecipi e caratterizza una popolazione.
Non si potranno mai elencare tutte ma queste sono le danze più popolari nel mondo:
Le danze del Nord America: a partire dai balli recentemente emersi, la break dance è uno di questi. Questa danza urbana è nata a New York negli anni ’70, in particolare nei quartieri del Bronx e di Brooklyn, che fanno parte della cultura hip hop.
Per ballare è necessario avere flessibilità, forza e un controllo importante sul corpo, poiché vengono fatti movimenti di grande difficoltà. Ha influenze da balli africani, salsa e mambo. Uno dei migliori gruppi di break dance del mondo è Jabbawockeez, vincitore di un famoso concorso televisivo;

Le danze dell'Asia: la Cina è un paese che aveva un gran numero di minoranze etniche. Tuttavia, ci sono due danze popolari in tutto il suo territorio, che sono rappresentati alle celebrazioni del capodanno cinese. Uno di questi è Il ballo del leone: due ballerini entrano in un costume da leone ed eseguono movimenti agili e acrobatici. Si ritiene che questo animale attiri fortuna. L’altro è La Danza del dragone, in cui dodici interpreti tengono il costume del drago e lo fanno salire e scendere.
Le danze ebraiche: la cultura ebraica ha vari balli, che sono praticati in Israele. Uno di esso è Samoth: una danza di gruppo, i cui partecipanti si stringono la mano e formano un cerchio, colpendo il terreno con i piedi e calciandosi a vicenda. Altre due coreografie sono Zimer Atik e Il saggio e il pazzo, che si basa su un brano biblico. Queste danze ebraiche sono ideali per insegnare ai bambini delle scuole elementari, in quanto incoraggiano il lavoro di gruppo e fanno conoscere altre culture. 
Le danze arabe: la danza del ventre è quella più importante, il cui nome ufficiale è Danza orientale. È interpretato dalle donne, nato in Egitto migliaia di anni fa, è caratterizzato dal movimento dei fianchi. Nella sua origine, era un culto della fertilità, sia dell’essere umano che della terra.
Le danze africane: nel corso dei secoli, le tribù africane hanno sviluppato la propria cultura e le proprie danze. Questi balli sono di solito correlati alle fasi della vita e della natura, come il passaggio dalla giovinezza alla maturità o le stagioni dell’anno. Nel Sud Africa troviamo una coreografia moderna, chiamata stivale di gomma o isicathlo: gli uomini indossano stivali da acqua e colpiscono con loro contro il suolo. Essa deriva dal tempo di discriminazione razziale, in cui ai lavoratori era vietato parlare nelle miniere, quindi comunicavano attraverso i suoni emessi con questa calzatura.
Poi, la danza dei cacciatori che è rappresentata in Costa d’Avorio. Due ballerini sono vestiti da cacciatori, mentre un altro indossa un costume da antilope. Ricreano la caccia di questo, motivo per cui è una danza zoomorfa. Allo stesso tempo, si inizia a suonare la batteria.
Un'altra danza è quella dei masáis, che vivono in Kenia e Tanzania, sono caratterizzati dalla loro famosa danza., nella quale gli uomini fanno  incredibili grandi salti, mentre il resto canta. Più in alto saltano, significa che sono in migliori condizioni fisiche. Questo tipo di danza è un rituale per impressionare le donne e che scelgono chi sposare
Nel Ghana, la tribù Krobos rappresenta la danza Klama in un rituale chiamato Dipo, per cui le giovani donne si preparano per una stagione. Con abiti colorati e collane, le ragazze si muovono in avanti con piccoli passi e con la testa in giù, mentre fanno movimenti con le mani e i piedi.
Le danze europee: in Romania troviamo la danza chiamata Alunelul, parola che significa “piccola nocciola”. Per rappresentarlo, i partecipanti formano file e piccoli cerchi. È facile da rappresentare poiché, in generale, consiste nel compiere tre passi a sinistra e tre a destra;




Il flamenco è una delle danze più famose nel mondo ispanico . Si è sviluppato in Spagna, più precisamente in Andalusia, Estremadura e Murcia. Di solito è attribuito all’etnia zingara, anche se sembra che la sua origine sia moresca; Il Danza Ramón appartenente al Belgio nel quale si formano due file: una delle donne, che mette le braccia a forma di brocca, e l'altra, di uomini, che tengono le spalle. Entrambe le parti colpiscono il suolo con i piedi; in Francia:  The Badoise, che viene interpretato in coppia, e poi La Danza dei pastori
Troviamo anche The Candil che è rappresentato principalmente da giovani e ha influenze dal Portogallo: in Grecia troviamo una vecchia danza Pera Stous Pera Kambous, che significa “Nelle lontane pianure”, i cui partecipanti formano un cerchio danzando e  stringendosi le mani;  la danza di Ceili in Irlanda: ballo rappresentato in gruppo i cui ballerini ballano in punta di piedi e  sono accompagnati da strumenti regionali come il tamburo irlandese o il violino. .
La  tarantella, tipicamente napoletana la cui origine viene dal Medioevo e significa “tarantola”, infatti i contadini pensavano che quando uno di questi insetti pruriva, dovevano danzare o morire;










 





In Danimarca troviamo I sette salti, coreografia che viene eseguita in un cerchio, saltando a sinistra e a destra., che di solito viene insegnata nelle scuole danesi; 










e infine la danza russa: il troika, la parola che in spagnolo è tradotta come “squadra di tre”, nel quale i ballerini sono un uomo e due donne e imitano i cavalli che tirano le carrozze, con la presenza di salti e acrobazie.
''L'uomo, la danza, la          macchina.''
E anche così, la danza fa emozionare..
Tanti discorsi, tanti libri e troppi convegni per parlare del rapporto, difficile ma affascinante, fra noi umani e i robot, e poi arriva Roberto Bolle e tutto diventa improvvisamente chiarissimo...
Come può un robot, che è una macchina programmabile in grado di eseguire una serie di azioni/attività complesse al pari (o meglio) di un essere umano, provocare emozioni?...
E' proprio questo che si chiedevano i proprietari dell'azienda di Robot: "Quando Roberto Bolle è venuto da noi e ci ha detto che voleva danzare con i nostri robot - dichiara Daniele Parazzoli ceo di Event Management, un'azienda i cui eventi rappresentano una leva di comunicazione che permette il contatto “diretto” (face to face) con pubblico interno, dealers, consumatori o semplici spettatori, trasmettendo in maniera innovativa, senza intermediazioni, i mondi di riferimento di un brand o di un soggetto promotore. L'organizzazione di eventi è l'applicazione dei criteri di gestione necessari alla creazione e produzione di eventi a carattere commerciale, culturale, celebrativo, relazionale. Si tratta di un comparto in costante crescita, divenuto a partire dal 2000 una delle leve strategiche e operative che è necessario applicare nell'ambito della comunicazione integrata nello sviluppo di qualsiasi piano di comunicazione. L'industria produttiva può ideare e sviluppare eventi di tutte le dimensioni, dall'organizzazione di una Cerimonia 

Roberto Bolle
Olimpica sino alla colazione di lavoro per poche e selezionate persone. Da un evento PR sino a un grande lancio di prodotto con migliaia di partecipanti. Ogni brand, azienda, istituzione, località, associazione no-profit, Comitato Organizzatore, comunità, organizza infatti eventi al fine di creare visibilità o consapevolezza, generare profitti, celebrare un avvenimento, raccogliere fondi, dare volume a un'emozione. L'organizzazione di eventi analizza così la complessità di una marca o di un contesto gli obiettivi prefissati, identifica un pubblico di riferimento, idea il concept dell'evento, identifica la location, verifica il budget, pianifica la logistica, coordina tutti gli aspetti tecnici e produttivi finalizzati alla sua realizzazione; - gli abbiamo spiegato che alle macchine non ci si avvicina, non le si tocca, ci si sta alla larga. Per tutta risposta ha detto ''lo voglio ballare con loro''. Una vera e propria sfida. L'abbiamo accettata e il risultato che sta prendendo vita in questi giorni è incredibile''. 
Daniele Parazzoli. 
Ma è proprio questo il bello della danza, emozionare con semplicità, ma certe volte con cose impensabili, come ha fatto Roberto Bolle integrando la tecnologia con la danza...
"Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza." 
 Questo è il mio sogno, e questa è la danza: determinazione, passione, sacrificio, voglia di mettersi in gioco perchè non tutti ce la fanno, bisogna accettare le sconfitte che questa ti pone; la danza è per tutti non credete a chi dice il contrario, non intendo in modo fisico, ma la danza è per tutti perchè da gioia a tutti coloro che vi partecipano, è una ''terapia'' per la felicità; la danza non è solo saper svolgere un passo con un ottima tecnica, essa è saper imparare, imparare a rispettare le regole, ma prima di tutto rispettare chi è attorno a noi; la danza non è competizione e chi ve lo fa credere non sa veramente cosa è la danza, non viene emozionato da essa...
Questo è quello che so della danza, magari fra qualche anno cambierà qualcosa, anche se credo di no,  ma non rimpiangerò mai di essermi emozionata per la danza.!

''Il racconto del sogno... 
         si conclude.''
Per me la danza è...
"La vita è il
         danzatore e  voi siete la danza." 
  • La mia passione per la danza è nata tra i petali di un fiore all'età di 4 anni quando per la prima volta sono salita su un palcoscenico. Ero un piccola campanella del giardino di un castello fatato. Vedere tutte quelle persone che mi guardavano metteva paura ma nello stesso tempo ero entusiasta di ballare, e, di mostrare a tutti il mio tutu. Inizialmente era un gioco, un passatempo, un modo per stare insieme ad altre amiche. A danza mi divertivo, poi, adoravo indossare quelle scarpette cosi buffe. Con il trascorrere degli anni intuivo che la mia passione cresceva, che, non era più un gioco o un passatempo, la musica mi faceva sognare, liberare da ogni pensiero e, danzare, danzare soltanto. Ancora oggi a 13 anni dall’inizio della mia passione mi emoziona, mi da gioia e tanta felicità. Salire su palcoscenico e danzare per gli altri, ma soprattutto per me stessa è qualcosa di unico e inspiegabile. È difficile da descrivere, solo una persona che lo prova può capirlo. Perché la danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non si riesce a descrivere a parole. In ogni saggio, in ogni spettacolo è come se si ripetesse la magia del primo balletto; ritornare a 4 anni, con quel tutù che mi faceva sentire una principessa, i preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, sono tesissimi. In quei pochi istanti la mente è in tilt, i mesi di lavoro, le ultime prove sembrano essersi volatilizzate, la salivazione si ferma, le gambe tremano, la paura aumenta, il cuore batte, batte all'impazzata, penso che non devo deludere chi mi sta guardando, la mia insegnante, me stessa. Ecco, le luci si spengono. Ultimo respiro profondo, si entra. Ed ora tutto è passato, il mio corpo, è trasportato dalle note dalla melodia, penso ai passi successivi, e a trasmettere quella che è la mia passione, sempre con un sorriso ed un portamento impeccabile. Le ultime note. silenzio. le luci calano. scroscio di applausi. Che bello. Si sorride ancora, forse il sorriso più vero, un sorriso di soddisfazione perché ce l'ho fatta, un sorriso un po' amaro perché tutto il lavoro è o quasi terminato in poche ore. Prove su prove, le ultime dove i passi, quei maledetti passi, vengono provati e riprovati fino allo sfinimento.
''Io e la danza''
"La danza è una poesia." 
''L'emozione della danza.''
Sofia Borraccino
Tesina 2020/2021
; ;

emaze