
TESINA
sofiaborraccino000- La mia passione per la danza è nata tra i petali di un fiore all'età di 4 anni quando per la prima volta sono salita su un palcoscenico. Ero un piccola campanella del giardino di un castello fatato. Vedere tutte quelle persone che mi guardavano metteva paura ma nello stesso tempo ero entusiasta di ballare, e, di mostrare a tutti il mio tutu. Inizialmente era un gioco, un passatempo, un modo per stare insieme ad altre amiche. A danza mi divertivo, poi, adoravo indossare quelle scarpette cosi buffe. Con il trascorrere degli anni intuivo che la mia passione cresceva, che, non era più un gioco o un passatempo, la musica mi faceva sognare, liberare da ogni pensiero e, danzare, danzare soltanto. Ancora oggi a 13 anni dall’inizio della mia passione mi emoziona, mi da gioia e tanta felicità. Salire su palcoscenico e danzare per gli altri, ma soprattutto per me stessa è qualcosa di unico e inspiegabile. È difficile da descrivere, solo una persona che lo prova può capirlo. Perché la danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non si riesce a descrivere a parole. In ogni saggio, in ogni spettacolo è come se si ripetesse la magia del primo balletto; ritornare a 4 anni, con quel tutù che mi faceva sentire una principessa, i preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, sono tesissimi. In quei pochi istanti la mente è in tilt, i mesi di lavoro, le ultime prove sembrano essersi volatilizzate, la salivazione si ferma, le gambe tremano, la paura aumenta, il cuore batte, batte all'impazzata, penso che non devo deludere chi mi sta guardando, la mia insegnante, me stessa. Ecco, le luci si spengono. Ultimo respiro profondo, si entra. Ed ora tutto è passato, il mio corpo, è trasportato dalle note dalla melodia, penso ai passi successivi, e a trasmettere quella che è la mia passione, sempre con un sorriso ed un portamento impeccabile. Le ultime note. silenzio. le luci calano. scroscio di applausi. Che bello. Si sorride ancora, forse il sorriso più vero, un sorriso di soddisfazione perché ce l'ho fatta, un sorriso un po' amaro perché tutto il lavoro è o quasi terminato in poche ore. Prove su prove, le ultime dove i passi, quei maledetti passi, vengono provati e riprovati fino allo sfinimento.




La mia passione per la danza è nata tra i petali di un fiore all'età di 4 anni quando per la prima volta sono salita su un palcoscenico. Ero un piccola campanella del giardino di un castello fatato. Vedere tutte quelle persone che mi guardavano metteva paura ma nello stesso tempo ero entusiasta di ballare, e, di mostrare a tutti il mio tutu. Inizialmente era un gioco, un passatempo, un modo per stare insieme ad altre amiche. A danza mi divertivo, poi, adoravo indossare quelle scarpette cosi buffe. Con il trascorrere degli anni ho intuito che la mia passione cresceva, che, non era più un gioco o un passatempo, la musica mi faceva sognare, liberare da ogni pensiero e, danzare, danzare soltanto. Ancora oggi a 13 anni dall’inizio della mia passione mi emoziona, mi da gioia e tanta felicità. Salire su palcoscenico e danzare per gli altri, ma soprattutto per me stessa è qualcosa di unico e inspiegabile. È difficile da descrivere, solo una persona che lo prova può capirlo. Perché la danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non si riesce a descrivere a parole. In ogni saggio, in ogni spettacolo è come se si ripetesse la magia del primo balletto; ritornare a 4 anni, con quel tutù che mi faceva sentire una principessa, i preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, sono tesissimi. In quei pochi istanti la mente è in tilt, i mesi di lavoro, le ultime prove sembrano essersi volatilizzate, la salivazione si ferma, le gambe tremano, la paura aumenta, il cuore batte, batte all'impazzata, penso che non devo deludere chi mi sta guardando, la mia insegnante, me stessa. Ecco, le luci si spengono. Ultimo respiro profondo, si entra. Ed ora tutto è passato, il mio corpo, è trasportato dalle note della melodia, penso ai passi successivi, e a trasmettere
















L'equilibrio è la capacità più importante del danzatore e scientificamente si spiega così:
esso è controllato dal cervelletto, situato nella zona posteriore cranica , che presenta la sostanza grigia all'esterno e quella bianca all'interno; la sostanza grigia si ramifica in quella bianca proprio come i rami di un albero, l'albero della vita.
Non controlla solo il nostro equilibrio, ma il suo compito è anche quello di controllare e coordinare l'azione delle arie motorie, ma ha anche dei compiti cognitivi, in particolare il linguaggio.
Ma in che modo controlla L'equilibrio?
Esso riceve le informazioni dall'orecchio, il quale è formato da recettori che ci permettono di capire la nostra posizione nello spazio, le prende, le elabora, e infine regola le attività dei neuroni motori, che effettuano sul muscolo l'azione desiderata provocando


Classical dance is not the only dance art develop in 900s, it is the basis of every style, and there are also others type of representation, it is the Musical.
The musical is a type of theatrical and cinematographic representation, born and developed in the United States of America between the nineteenth and twentieth centuries.
It mainly includes music, ballet, dance, theater and dramatic works.


- ''La danza nel mondo''







- La mia passione per la danza è nata tra i petali di un fiore all'età di 4 anni quando per la prima volta sono salita su un palcoscenico. Ero un piccola campanella del giardino di un castello fatato. Vedere tutte quelle persone che mi guardavano metteva paura ma nello stesso tempo ero entusiasta di ballare, e, di mostrare a tutti il mio tutu. Inizialmente era un gioco, un passatempo, un modo per stare insieme ad altre amiche. A danza mi divertivo, poi, adoravo indossare quelle scarpette cosi buffe. Con il trascorrere degli anni intuivo che la mia passione cresceva, che, non era più un gioco o un passatempo, la musica mi faceva sognare, liberare da ogni pensiero e, danzare, danzare soltanto. Ancora oggi a 13 anni dall’inizio della mia passione mi emoziona, mi da gioia e tanta felicità. Salire su palcoscenico e danzare per gli altri, ma soprattutto per me stessa è qualcosa di unico e inspiegabile. È difficile da descrivere, solo una persona che lo prova può capirlo. Perché la danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non si riesce a descrivere a parole. In ogni saggio, in ogni spettacolo è come se si ripetesse la magia del primo balletto; ritornare a 4 anni, con quel tutù che mi faceva sentire una principessa, i preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, sono tesissimi. In quei pochi istanti la mente è in tilt, i mesi di lavoro, le ultime prove sembrano essersi volatilizzate, la salivazione si ferma, le gambe tremano, la paura aumenta, il cuore batte, batte all'impazzata, penso che non devo deludere chi mi sta guardando, la mia insegnante, me stessa. Ecco, le luci si spengono. Ultimo respiro profondo, si entra. Ed ora tutto è passato, il mio corpo, è trasportato dalle note dalla melodia, penso ai passi successivi, e a trasmettere quella che è la mia passione, sempre con un sorriso ed un portamento impeccabile. Le ultime note. silenzio. le luci calano. scroscio di applausi. Che bello. Si sorride ancora, forse il sorriso più vero, un sorriso di soddisfazione perché ce l'ho fatta, un sorriso un po' amaro perché tutto il lavoro è o quasi terminato in poche ore. Prove su prove, le ultime dove i passi, quei maledetti passi, vengono provati e riprovati fino allo sfinimento.






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